Ettore Carino

EttoreCarino

Mastr’Ettore ha rappresentato uno degli esponenti più brillanti della categoria degli artigiani di Amantea e del fenomeno molto diffuso dagli anni ’60 delle “putighe” (le botteghe artigiane appunto).

Si trattava di figure professionali che avevano appreso il loro mestiere magari nei duri anni dell’emigrazione ,in particolare verso i paesi del Sudamerica (il mitico “Zuela”, il Venezuela, su tutti) e che lo esercitavano in locali quasi sempre aperti sulle vie principali, nei quali vi era sempre una schiera di apprendisti,di solito ragazzi o ragazzini, specie nei mesi estivi,dove venivano mandati dalle famiglie (“jire allu mastru”,letteralmente andare dal Maestro) per guadagnare qualche spicciolo e imparare, se possibile,un mestiere per il futuro.

La bottega diventava però una scuola non solo professionale, ma di vita. Attraverso essa si vedeva il fluire della gente per strada e si facevano commenti, diremo oggi gossip, ovvero in dialetto ”u taglia taglia” ovvero il taglia e cuci, tipico di tutti i piccoli ambienti di provincia-

Per essa transitavano inoltre personaggi di tutti i ceti sociali, ognuno con i suoi piccoli vizi e stranezze. In quella sede si facevano inoltre accese discussioni sportive o politiche.

Era importante quindi che vi fosse un animatore e un moderatore di tutta questa complessa rappresentazione scenica, tra l’avanspettacolo e il cabaret, che si svolgeva quotidianamente e per la quale spesso si andava apposta, oltre che per ingannare il tempo.

Bene, tra questi cerimonieri Mastr’Ettore è stato sicuramente uno dei più grandi e più abili, anche perchè portare gente significava anche lavoro oltre che passatempo.

Ettaruzzo (con diminutivo usato per lo più dalle persone più grandi di lui) era infatti un fine conoscitore dei caratteri e del modo in cui approcciarsi alla variopinta umanità che transitava per le sue bellissime sedie bianco e nere da barbiere, nel famoso salone Diurno di via Vittorio Emanuele, invenzione mutuata dall’estero e dove per la prima volta si poteva fare,straordinaria innovazione per il tempo, anche la doccia!

Ma pur essendo rispettoso e professionale, con fare bonario ma abilmente malizioso (“jette a petra e s’ammucce lla manu”,ovvero stuzzica) sapeva orchestrare al momento opportuno “tuttu ‘u tiatru” ovvero dare il via a  quel complesso meccanismo fatto di sfottò, discussione apparentemente animata, battute e risate collettive, utilizzando la perfetta conoscenza dei i punti deboli e delle suscettibilità dei malcapitati i quali peraltro, quando toccava loro, si facevano sapientemente coinvolgere, salvo ad uscire magari vittoriosi dalla tenzone.

Ma Ettore è stato anche un grande amicone di tutti,compagnone e organizzatore di indimenticabili “scialate” (scampagnate) e riunioni conviviali tra soggetti rigorosamente di sesso maschile,che terminavano di solito con gli effetti di abbondanti libagioni,piu’ o meno sopportate,con situazioni talora comiche,causate dall’ebbrezza alcolica.

E’ stato un uomo dal cuore grande,generoso con tutti,apparentemente volubile,talora falsamente burbero,forse per nascondere la sua innata riservatezza e rispettosità per gli altri.

Ma Ettore per noi è stato soprattutto il papà della “Frittata”,oltre che un po’ il papa’ di tutti noi,sempre pronto a sostenere e incitare qualsiasi nostra iniziativa goliardica o mangereccia si proponesse di svolgere nella sua “Casicella”, partecipandovi attivamente e con piacere, insieme alla inseparabile Maria.

Ciao Ettore,vedi se anche li c’e’ la possibilità di cucinare qualche megafrittata con gli amici di un tempo che ritroverai,magari invitando anche Bonolis e Laurenti ……….

Con affetto,
Pier Luigi Bruni e tutto il Gruppo Amici della Frittata di Amantea

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