LA FIERA DI AMANTEA

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Approfondita ed esaustiva ricerca storica di Roberto Musì

E’ abbastanza risaputo che la “Fiera di Amantea” ha origini davvero antiche perché un documento di re Ludovico III° d’Angiò ( 1433) fissa, per la piccola ma dinamica cittadina tirrenica, una data importante per le sue attività commerciali.

renatoangio1Questo re angioino, penultimo di una dinastìa ormai al tramonto, e che come sappiamo morì a Cosenza, si preoccupa, in uno dei momenti difficili del regno che, vivente ancora la temperamentosa sua zia Giovanna II°, ha bisogno di consensi e di crediti dai suoi sudditi. E, come tutti i re, ricorre a quel particolare tipo di elargizioni che sono i cosiddetti Privilegi. Quello di Amantea è in effetti un Privilegio che, nell’inglobare altri precedenti, non fa che riconoscere tutta una serie di esenzioni, franchigie ed immunità fiscali.

E così trovandosi in Monteleone (l’attuale Vibo Valentia), in data 17 agosto 1433 emana questa specie di decreto (oggi per molti versi illeggibile) dove si riconosce la legittimità di un mercato domenicale fisso, da tenersi in località S. Maria del Fossato, che oggi probabilmente è da identificarsi col quartiere Piazza.

In sostanza questo decreto parla di “nundinae” che è sicuramente, come lo definivano i Romani, un mercato settimanale come tempo, luogo di affari in cui i contadini venivano in città a vendere e comprare, ma può anche essere inteso come fiera di animali e di merci, da tenersi in un particolare periodo dell’anno. Ludovico si limita, in verità, alla semplice concessione di un mercato domenicale libero da gabelle, mentre a far sì che il mercato domenicale si trasformi in una fiera lo farà il fratello Renato I° d’Angiò nel 1439 con un altro Privilegio del 5 settembre di quell’anno.

alfonsoIAmantea era da sempre considerato centro di traffici e di scambi commerciali, non solo per i villaggi del suo vasto comprensorio, ma addirittura con molti paesi del Regno. Quando agli angioini si sostituirono gli Aragonesi, a dire il vero, questo ricambio non mortificò questo genere di attività, anzi possiamo dire che si moltiplicò. Alfonso I° d’Aragona , essendosi gli amanteani schierati subito dalla sua parte, convalidò ed accrebbe nel 1442, nel 1443 e nel 1445 una serie di franchigie e di esenzioni da tasse sulle merci che in quella città si mettevano in vendita, mentre nello stesso tempo si impegnava che non avrebbe mai infeudato, venduto o dato in pegno (come si diceva allora) la loro città. In epoca aragonese dunque è noto come vengono incrementati il commercio e gli affari in molti centri del meridione. Sorgono e si sviluppano addirittura centri fieristici veri e propri come Salerno, Catanzaro, Messina dove gli amanteani vi accorrono numerosi dando vita ad un lucroso scambio di merci delle più disparate. Per esempio di “mercanti regnicoli” che si recano nelle fiere del salernitano o in agro campano in genere, si conoscono i nomi di 23 mercanti di provenienza amanteana, come si deduce di alcune tabelle studiate dallo storico Alberto Grohmann, in un suo interessantissimo studio sulle fiere del regno di Napoli in epoca aragonese. Ne riportiamo qualche nome: Antonio Mirabelli, Francesco de Joele, Gugliemo Rizzo, Nicolò di Lauro, giusto per rimanere a cognomi di conosciute famiglie del posto.

Ma il Privilegio che, per antonomasia, sancisce una serie di grazie, esenzioni e franchigie è quello conosciuto come Privilegio dell’imperatore Carlo V° del 28 febbraio 1517 la cui novità è costituita dall’istituzione di una fiera da tenersi nel mese di giugno, per la durata di 10 giorni nella seconda metà del mese stesso, nella solita località già nominata nei precedenti Privilegi, che è S.Maria del Fossato.A conferma di questo importante Privilegio, dalla città dell’Aquila, è questa volta il Viceré di Napoli in carica, Filiberto Chalon principe d’Orange che con un altro Privilegio del 3 gennaio 1529 sancisce ulteriori immunità ed esenzioni fiscali alla città. Tutto ciò comunque fu voluto dall’imperatore in persona perché Amantea si era distinta nel respingere le truppe francesi del Lautrec nel suo insipiente tentativo di impadronirsi del regno, a conclusione della guerra tra spagnoli e francesi che aveva funestato anche le nostre contrade.

Nel Privilegio dello Chalon è detto precisamente ” confermarsi l’esercizio del mercato domenicale nel mese di giugno” e poiché la redazione dell’atto in latino dice “nundinae”, bisogna leggersi fiera. Mastrogiurato della città venne eletto, non a caso, quel Gomez del Sol ( o come lo chiama, italianizzandolo, Giuseppe d’Amato, Gomesio Solisio), che era stato uno dei condottieri che aveva respinto con successo, proprio i francesi del Lautrec sotto le mura del castello, inseguendoli con un forte nerbo di cavalieri della nobiltà amanteana, fino a Cosenza.

carlV401Documenti ufficiali che ci parlano della continuità della nostra Fiera, da quei Privilegi, uno imperiale e l’altro viceregnale, a tutt’oggi non ne conosciamo. Se sia, poi la Fiera, continuata e quali caratteristiche avesse assunto nel tempo non sappiamo anche se siamo portati a credere che sia rimasta quell’importante momento di grande impatto sociale ed economico per una comunità come quella amanteana che sul commercio vi ha come saldato una sorta di anima identitaria. Qualche secolo dopo, nel 1729, troviamo in un atto rogato dal notaio Saverio Ferraro che il periodo della fiera viene spostato da giugno a luglio e poi, qualche anno dopo, nel 1755, lo stesso notaio Ferraro scrive di un ulteriore spostamento ad ottobre (dall’1 al 10) della stessa fiera. Due momenti dunque che dicono le ragioni “del concentrarsi delle fiere nel periodo estivo o autunnale, dopo la raccolta del grano e l’immagazinamento dei prodotti dei campi”, come ha detto finemente l’amico Enzo Fera in una sua recente pubblicazione.

Una cosa assai interessante la troviamo in un atto di un altro notaio amanteano, Carlo Salvadore che ci descrive addirittura la cerimonia d’apertura della fiera, come si desume dal sunto che di questo atto, datato 1 ottobre 1790, ne fa la signora Susanna Miceli curatrice di quell’intero “corpus” notarile. “In virtù del privilegio concesso dall’imperatore Carlo V°, gli illustrissimi don Donato Buono regio governatore e giudice di Amantea, don Giuseppe Amato sindaco dei nobili, don Raffaele Meliarca sindaco del ceto civile e del popolo, nonché don Francesco Saverio di Lauro primo eletto e mastrogiurato del ceto civile danno inizio alla cerimonia d’apertura della grande fiera nella città di Amantea, durante la quale don Donato Buono consegna il bastone e la bandiera della fiera al mastrogiurato don Saverio di Lauro, al quale spetta per 10 giorni, ossia per la durata della fiera, la giurisdizione della cause civili e criminali; il mastrogiurato giura e promette sopra i quattro Evangeli le norme stabilite nel Privilegio di Carlo V° e di restituire la bandiera ed il bastone, simboli del comando, allo scadere dei 10 giorni” .

Per vedere qualche significativo cambiamento che questa ormai importante manifestazione agricolo-commerciale è andata assumendo nel tempo, dobbiamo attendere l’epoca borbonica, quando Ferdinando I° re delle Due Sicilie, con suo decreto reale del 28 novembre 1821, n.148, ne sposta la sede da “località S. Maria del Fossato” (leggi ” a Chiazza”) a “Largo Cappuccini”, cioè a dire nella parte bassa della cittadina che, proprio in questo periodo diventa un luogo dove una prima iniziale espansione urbana consente una maggiore concentrazione di uomini e di merci.

Nel decreto è detto anche lo spostamento di data della stessa che passa ” dalla seconda alla terza domenica di ottobre, per la durata di 8 giorni”, scrive ancora Fera.

180px-Philibert_de_ChalonUn economista locale in una sua statistica sull’industria e l’agricoltura di Amantea, come Luigi di Lauro, così di esprime: “Una grande fiera si celebra nel luogo piano detto Li Cappuccini che dura dalla metà alla fine di ottobre. I mercanti di Nicastro, Cosenza, Paola, ed Amantea istessa, vi concorrono a vendere castori, seterie, e simili tessuti; ed essa è tale, che ben può dirsi non inferiore alle altre grandi fiere che si celebrano nelle diverse città del Regno”.

Dopo l’unità d’Italia realizzata nel 1860, la città di Amantea, inserita nel grande processo unitario del Paese, conosce un certo sviluppo commerciale ed urbanistico e l’area che più ne risente, fino a diventare un vero e proprio polo urbano di una certa rivelanza economica, è il quartiere detto “a Taverna”, non a caso, poco tempo dopo nomata “piazza Commercio”. E’ proprio lungo questo asse urbano “Taverna- Capuccini” si svilupperà il vero spazio fieristico, almeno fino a tutto il ‘900.

250px-Ferdinand_IV_of_NaplesAd inizio ‘900 la tradizionale Fiera, sempre più cresciuta per i molti prodotti che offre, conosce ancora qualche altra modifica come quella di un ulteriore spostamento di data, cioè dal 27 ottobre al 2 novembre, dal quale le proviene il titolo, rimasto fino a tutt’oggi definitivo, di Fiera d’Ognissanti o dei Morti.

“Se si esclude la durata, che nel corso dei secoli si è sempre ridotta per mutate esigenze di compravendita, la fisionomia della fiera di Amantea – ha scritto qualche tempo fa Vincenzo Segreti storico e profondo conoscitore delle nostre tradizioni – mantiene tuttora la suddivisione in settore zootecnico e in quello merceologico. Ma, mentre la fiera degli animali, un tempo molto redditizia soprattutto per i proprietari terrieri, oggi è in via di estinzione per la crisi dell’agricoltura e degli allevamenti locali, per la mancanza di un foro boario igienicamente valido, la vendita dei manufatti ha subito notevoli cambiamenti con il progredire della civiltà. Non è più fiera di rifornimento e di baratto delle merci, ma un grande mercato domenicale, dove si vendono in prevalenza tessuti e confezioni”.

Roberto Musì

 
Documenti

17 agosto 1433 : Privilegio di Re Ludovico III° d’Angiò dato in Monteleone (oggi Vibo V.) (Concessione di un mercato “franco” domenicale da tenersi in località “S.Maria del Fossato” [ attuale ” a Chiazza” ])

5 settembre 1439 : Privilegio di Re Renato I° d’Angiò detto il Buono dato a Capua (CE) (Conferma del precedente con ulteriori concessioni di immunità fiscali)

28 febbraio 1517(?): Privilegio di Carlo V° dato in Napoli (Istituzione di una fiera cittadina da tenersi nel mese di giugno nella località di “S.Maria del Fossato” e riconoscimenti di precedenti esenzioni fiscali. Per fiera s’intende commerciale ed animale)

3 gennaio 1529 : Privilegio di Filiberto Chalon principe d’Orange e Viceré di Napoli dato nella città dell’Aquila (Riconferma piena del Privilegio dell’imperatore Carlo V° alla città di Amantea perché fedelissima alla sua persona e riconoscimento di altri immunità ed esenzioni fiscali )

1729 : Atto del notaio Saverio Ferraro di Amantea (Archivio di Stato – CS) (La fiera viene spostata dal 27 giugno al 6 luglio da tenersi sempre nella solita Località di S. Maria del Fossato)

1755 : Atto del notaio Saverio Ferraro di Amantea (Archivio di Stato – CS) (La fiera viene spostata da luglio (6) a d ottobre ( dall’1 al 10) sempre nella solita località)

1 ottobre 1790 : Atto del notaio Carlo Salvadore di Amantea (Archivio di Stato – CS) (Descrizione della cerimonia d’apertura della fiera il 1° ottobre)

28 novembre 1821 : Decreto Reale di Re Ferdinando I° di Borbone Re delle Due Sicilie dato in Napoli (Spostamento della spazio fieristico da località S. Maria del Fossato a “Largo Cappuccini [attuale Piazza Cappuccini, ma verosimilmente sull’asse viario Piazza Commercio – Piazza Cappuccini] )

Primi decenni del ‘900: la fiera viene fissata dal 27 ottobre al 2 novembre e assume il titolo di Fiera d’Ognissanti o Fiera dei Morti

Bibliografia

Testi

Joseph de Amato, De Amanthea… laconismus, ME, 1701

Luigi Di Lauro, Cenni statistici sull’agricoltura, l’industria ed il commercio della città di Amantea, NA, 1856

Alberto Grohmann. Le fiere del regno di Napoli in età aragonese, NA, 1969

Oreste Dito, La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria,CS, 1979 [rist.an.]

Susanna Miceli, Amantea sul finire del Settecento, Mendicino(CS), 1996

Enzo Fera, Amantea – La terra – Gli uomini – I saperi , CS, 2000

Gabriele Turchi, Storia di Amantea, CS, 2002 ( 2° edizione)

Articoli – Saggi

Giovanbattista Moscati, Amantea, ragguagli storici, in: “Rivista Storica Calabrese” (RC) – fascicoli XIX-XXIV – 1895

Vincenzo Segreti, La fiera di Amantea, in: “La vetrina” (Amantea) – a.I°, n.8, novembre 1989

Vincenzo Segreti, Breve storia economica e sociale di Amantea, in: “Annali della S.M.S. “G.Mameli” di Amantea” – 1985-86

Vincenzo Segreti, La fiera di Amantea, in: “Calabria Letteraria”, a. XLII, Nn. 10-11-12 (1994)

Interviste raccolte da Massimo Restuccia, Foglio volante distribuito a mano – ottobre 1999

Massimo Restuccia, Fiera di Ottobre, Foglio volante distribuito a mano – ottobre 1999

Speciale ” Fiera di Amantea” a cura di Ernesto Pastore, in: “Il Quotidiano” (CS), Sabato 2 novembre 2002

Sergio Chiatto, La grande Fiera d’ottobre, depliant – ottobre 2006
 

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