I cummari ‘i S. Giuvanni

'I cummari i S. Giuvanni

(Il battesimo delle bambole)

di Salvatore Sciandra

'I cummari i S. GiuvanniIl 24 giugno, giorno di San Giovanni Battista, era un’esplosione di colori, di odori e di sapori. Solo chi ha vissuto quel giorno capisce veramente che ciò che dico non è un’iperbole. Era soprattutto la festa delle ragazze fino ai 14, 15 anni ad anche altre. Era il giorno del battesimo delle bambole, si “vattìavunu ‘i pupe”, si diventava “cummàri ‘i San Giuvanni”, quasi un secondo vincolo di parentela che, nel tempo, diveniva indissolubile.

La giornata iniziava in modo frenetico, tutte preparavano “i pompe” per il battesimo del pomeriggio fatto davanti alla fonte battesimale della Chiesa dei Cappuccini. Era una vera e propria funzione religiosa….o quasi. Vedere quelle fanciulle in processione, vestite di semplicità e di cielo, con le ciliegie rosse come grandi perle appese alle orecchie e sul petto un mazzetto di “pirilli i San Giuvanni” legate con un nastrino colorato e appuntato a mo’ di spilla e con le labbra scarlatte pitturate con le more nere del gelso, era semplicemente entusiasmante e commovente oltre che coinvolgente.

Durante questa “processione” si notava, come accedeva la domenica delle Palme, chi “poteva” e chi “non”, ma ciò non era da ostacolo alla cerimonia. Chi non aveva una bambola bella e “buona”, aveva la sua “pupa i pezza” fatta in casa, agghindata con variopinti vestiti cuciti a mano con i ritagli di stoffa che le stesse ragazze confezionavano sotto la guida esperta delle loro mamme o delle sorelle maggiori, vere e proprie “mastre”, e che spesso guarnivano con trine fatte all’uncinetto.

Le mie sorelle più grandi ormai avevano superato l’età del comparaggio (ricordo!), ma possedevano la materia prima molto richiesta: le bambole. Erano, infatti, proprietarie di due bellissime bambole che aveva portato loro da Asmara mio zio alla fine della seconda guerra mondiale, di ritorno dalla prigionia.

Clara, poi, le aveva ereditate, per cui era, nel nostro quartiere, una molto contesa “comara”.

Era, come dicevo, tutta una giornata piena di colori, ma nel pomeriggio anche di odori e di sapori.

Il rito del battesimo era così serio che nelle case in cui si “festeggiava”, veniva preparato anche un piccolo buffet fatto soprattutto e quasi esclusivamente con la ciambella di pan di spagna.

PirilliSu tutti i ballatoi il forno di campagna che a mezzogiorno aveva sfornato “pasta chîna” cotta “ccu foucu i supra e fuocu i sutta”, adesso spandeva gli odori dolci del lievito e delle uova che si perdevano tra piogge di garofani e ortensie rigogliose.

Le ragazze più piccole, che non potevano andare fino ai Cappuccini, si recavano, vestite da verginelle (indossavano il vestito della prima Comunione che normalmente facevano tra i 6 e 7 anni) con alla testa del corteo “nu palu i ‘nterra” che fungeva da croce, alla “Mmaculatella” e davanti alla Madonnina si consumava anche la cerimonia del battesimo.

Sia in Chiesa (cerimonia solenne) che fuori, tutte usavano le stesse parole e gli stessi gesti: le ragazze, tenendosi per il mignolo, si strappavano un capello per ciascuna e lo liberavano in aria contemporaneamente dicendo queste parole:

“Simu cummàri,
si avimu ‘na cosicella ni l’avìmu i spàrtiri”,

poi sollevando per tre volte le mani legate dai mignoli, contavano allegramente:

“Cummàri ‘e San Giuvanni,
vattìamu ‘sti panni,
i panni e li pannizzi,
a Madonna ccu li trizzi,
li trizzi ‘ncannulati, 
a Madonna da pietati”

Il ritorno a casa era colmo di gioia e tutti aspettavano l’arrivo delle comari per i festeggiamenti. Delle torte, a fine festa, non rimanevano neanche le briciole, ma cesti strapieni di “primijuri”, “vermicocchi”, “ceràsi”, “mura janchi” e “pirilli i San Giuvanni”, ccu ‘na frisa i panu toustu i grannianu abbagnata, venivano presi dìassalto velocemente e divorati. Ai più grandi era concesso un generoso bicchiere del miglior marcigliano  rubino miracolosamente ed eccezionalmente appariva sul bancone i Sarvaturu senza essere annacquato,….sincero.

Poi via con i canti e danze fino a sera quando si cominciava a discutere sui preparativi da “vamparita” dei SS. Pietro e Paolo.

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La tradizione delle “Cummarelle i San Giuvanni” è stata ripresa nel 2015 grazie all’impegno di Maria Emanuela Sicoli e Paola Signorelli, di seguito alcune foto dell’evento:

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