La Grande Fiera

fiera_f09

di Sergio Chiatto

Sergio ChiattoE di ottobre e sono già evidenti i segni autunnali. I colori ormai forti di un caduco fogliame vestono i gelsi, i fichi e le poche viti che punteggiano qua e la le rare lingue di terra fertile poste tutt’intorno alla città e le pendici delle colline che le fanno da corona. A monte, le masserie della “Fiumara” con gli orti ed i giardini che urge ormai proteggere con le solite “palizzate”. ed il fiume già impetuoso a causa delle prime, abbondanti piogge. In sommità. maestoso come sempre, e paterno quasi, il castello, teatro di gesta eroiche e di atrocità, eletto a simbolo della demanialità amanteana.

Sulla spiaggia, a ridosso dell’attracco delle imbarcazioni provenienti dai paesi vicini per l’avvenimento e, taluna, ritardataria, da Salerno ancora, carica di merci, un brulicare di attività, un vocio ininterrotto di ciurme e di semplici curiosi attorno ai “Regi fundachieri” intenti a pesare con la “statela”, a misurare col solito “tumolo zeccato di Napoli”, a vagliare e ad avanzare pretese, assistiti da soldati e fucilieri.

Le poche taverne del posto gia traboccano di ospiti.

E’ un momento importante e gioioso per gli amanteoti. Uno di quei rari frangenti in cui ci si può permettere di non dover temere per la propria incolumità.

Appena l’anno prima, nell’ambito del guerreggiare tra francesi e spagnuoli, ci si era dovuti difendere – con successo, vivaddio ! – dagli attacchi dell’esercito di Simone Tebaldi, seguace del Lautrec.

Ogni “ostacolo”, ivi compresi alberi e case, insistente nei pressi delle mura della città era stato rimosso in tutta fretta, per avere una visione completa del campo di battaglia e per non fornire al nemico appigli di sorta.

Ma l’occasione, benché dolorosa, benché tristemente evocatrice dell’assedio angioino del quale non si smetteva di tramandare il brutale epilogo, aveva dato modo agli amanteoti di ribadire al proprio sovrano devozione e fedeltà. E la ricompensa, una volta compiutasi la riconquista spagnola, non si era fatta attendere. Difatti, Carlo V, che già tanta generosità aveva mostrato, dieci anni prima, nei confronti della “fedelissima (sua) citta di Amanthea”, non aveva esitato a concederle altri favori.

Tra questi, venendo incontro ad una pressante richiesta della cittadinanza, l’istituzione di una fiera: con provvedimento emanato nella città de L’Aquila nel dì 31 gennaio del “corrente anno 1529, firmato da Filiberto di Chalon, Principe d’Orange.

E’ il primo di ottobre e finalmente si può porre ad effetto l’agognata concessione.

Stamani, di buon ora, le campane delle chiese della città hanno suonato a distesa e dal castello sono rintronati cupi, ma non minacciosi per una volta, i colpi del cannone per annunciare l’avvenimento. Eccezionalmente, perché questi fragori solitamente segnano le feste comandate del Santo Natale, della Pasqua di Resurrezione e del Corpus Domini.

Presso il “Fossato”, appena fuori delle mura, nelle vicinanze della porta urbica detta di “Paraporto” e dell’omonimo ponte, ove già si tiene il mercato domenicale per antica concessione, sono convenute le autorità cittadine, i reverendissimi parroci, i confratelli delle scholae del posto vestiti secondo le antiche usanze, i reverendissimi padri guardiani dei conventi, i chierici beneficiati dei munifici altari di patronato laico appartenenti alle famiglie più cospicue di Amantea.

Tutti, nobili patrizi, onorati e popolani, vestiti festa, sono accorsi, anche dai “Casali” convicini, per assistere all’apertura delle contrattazioni, che si protrarranno per dieci giorni da oggi.

Il Regio Governatore ha consegnato al Mastrogiurato, appartenente anch’egli ad una delle famiglie più in vista della città, il bastone simbolo del comando e la fiammante bandiera della fiera riccamente ricamata, “con l’armi di S.M. (D.G.) da una parte e di questa fedelissima città dall’altra”, che subito e stata issata su di un alto pennone fra il rullare dei tamburi e le grida di gioia degli astanti.

 Il Mastrogiurato avrà davvero un bel da fare !

Tutore dell’ordine pubblico per tutto l’anno, egli vigilerà sul buon andamento della fiera, sulla quale eserciterà pieni poteri compreso quello di amministrare giustizia, per tutta la sua durata. Poi renderà conto del suo operato e incasserà il previsto compenso.

Ci si aspetta un risveglio economico della città attraverso un allargamento dello scambio di merci, molte delle quali incettate per l’occasione nella famosa fiera di San Matteo in Salerno appena conclusasi.

Teleria di lino, seta (lavorata e non : Amantea, con Paola e Fiumefreddo, si avvia ad essere uno dei centri maggiori di produzione e smercio in Calabria Citeriore), botti e barili. cuoiame, terrecotte, pentole e padelle. E, poi.. fichi secchi, vino, lardo, baccalà, tonnina, alici ed altre derrate, fresche e conservate. E copricapo delle più strane norme, attrezzi per la coltivazione dei campi, animali di varia età, foggia e destinazione. Sono queste (e tante altre ancora) le mercanzie che prezzolati banditori, gareggiando fra di loro, pongono all’attenzione degli avventori per decantarne i pregi e la convenienza dell’acquisto.

Né mancano i beni voluttuari, destinati, però, ai fini palati dei clienti più facoltosi.

Ma altri personaggi, altri suoni oltre quelli dei “gridatori”, dominano la scena.

Un religioso con l’immancabile cassetta per la questua; storpi lamentosi intenti a chiedere l’elemosina. Bambini attratti da bestie ammaestrate e da prestigiatori. Servitori in livrea e soldati. Cantastorie. Giocatori di dadi in perenne disaccordo. Strilli di bimbi e versi di animali. Quanta animazione!

A PROPOSITO DI “MASTROGIURATO”

Dal 2006 l’apertura ufficiale della Fiera viene celebrata con l’insediamento ufficiale del “Mastrogiurato”.
L’iniziativa ormai giunta alla sua sesta edizione, è ancora lacunosa e, non essendo aderente alla ricostruzione storica dell’evento, si riduce soltanto a mero folklore e ad una spesa non ammortizzabile negli anni. 
L’Associazione degli Amanteani nel Mondo, a partire dalla prossima edizione, si propone di dare suggerimenti e a fornire tutto il supporto collaborativo perché l’evento, da istituzionalizzare, possa ottenere il coinvolgimento e la partecipazione della cittadinanza.

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrire una migliore esperienza di navigazione. Chiudendo questo banner, scorrendo la pagina o cliccando qualunque suo elemento si acconsente automaticamente all’uso dei cookie. Per saperne di più consulta la nostra Privacy Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close