Pierino Policicchio

Pierino Policicchio

 

Uno dei “patres” della nostra città

PIERINO POLICICCHIO

Un Cincinnato del XX° secolo 

di Pino Del Pizzo

Pienino Policicchio la Domenica delle Palme del 2007Era da tempo ammalato e sofferente, ma le difficoltà non gli avevano tolto il sorriso che tutti conoscevamo, la fede cristiana che aveva permeato tutta la sua esistenza, la pacatezza e la disponibilità che sempre, nella sua vita, aveva elargito a piene mani.

Ero andato a trovarlo, qualche tempo fa, come spesso facevo, per attingere dalla sua sapienza consigli e dal suo affetto conforto. Volevo farmi narrare la sua storia, da tramandare come esempio di cattolico, di padre, di maestro, di politico, di amministratore.
Ma, come sempre accadeva, la sua modestia e la sua riservatezza spostavano il discorso su altri temi, verso orizzonti sognati e mai scoperti, verso quello che poteva essere una società che non era riuscita a farsi permeare dalla sua intatta ed onesta presenza .

Ho avuto la fortuna di essere suo amico, di essere stimato ed amato da lui, anche quando diversità di ideologia ci portavano a contrasti dialettici: lui, cattolico di sinistra, io militante di destra. Per lui ero sempre “Pinuccio”, anche ora che avevo più di sessanta anni, e restavo, come tanti altri, il “giovinetto scherzoso” che aveva conosciuto sin dagli anni ’50 in seno all’Azione Cattolica dei Cappuccini.

Scrivo queste riga mentre mi arriva l’eco delle campane che chiamano a raccolta la città per l’ultimo saluto all’uomo che per molti anni è stato sindaco di Amantea, Consigliere e Assessore  Provinciale, punto di riferimento della Democrazia Cristiana nel territorio.
Avrebbe potuto aspirare ad incarichi nazionali al Parlamento o al Senato, ma nella sua modestia preferì cedere il passo ad altri e, novello Cincinnato, tornare alla cura del suo giardino e della sua famiglia.Pierino Policicchio, assessore provinciale

Scrivo queste riga mentre mi arriva l’eco delle campane che chiamano a raccolta la città per l’ultimo saluto all’uomo che per molti anni è stato sindaco di Amantea, Consigliere e Assessore  Provinciale, punto di riferimento della Democrazia Cristiana nel territorio.
Avrebbe potuto aspirare ad incarichi nazionali al Parlamento o al Senato, ma nella sua modestia preferì cedere il passo ad altri e, novello Cincinnato, tornare alla cura del suo giardino e della sua famiglia.

Scrivo di getto, ma non riesco a tener dietro ai ricordi e l’emozione mi vince.
Non sarò in chiesa a tributare con la presenza l’ultimo saluto: non voglio ricordare il dolciastro odore dei fiori misto all’aroma degli incensi. Non mi va di ascoltare omelie e celebrazioni. Esse, come queste mie modeste parole, mai potranno rendere giustizia ad una fulgida figura di galantuomo, ad uno degli ultimi, e veri, “patres” della nostra collettività.

La morte lo consegna alla Storia, il suo ricordo continua a farlo rivivere fra noi per sempre.
E, da domani, ci sembrerà strano non incontrare la sua chioma bianca (più della sua immancabile sciarpa), di non essere illuminati dal suo sorriso, di non essere avvinti dalla sua dolcezza.

Ciao, Pierino

LETTERA DELLE FIGLIE AL REDATTORE

 

Caro Pinuccio,
lascia che ti c
hiamiamo come lui, per una volta, per dirti che io e Luciana ci siamo soffermate a lungo sulle tue belle parole che esprimono grande affetto, filiale rispetto, costernazione e massima conPierino Policicchio, amministratoresiderazione per papà.
A lui, dici, de
vono essere ascritte alte benemerenze e, proprio queste, ne fanno per te un “pater”.
Siamo d’accordo con te, razionalmente, senza lasciarci coinvolgere dai sentimenti; è l’esperienza esistenziale con lui che concorre a darti ragione.
Papà era, spo
ntaneamente, “frater”: si poneva sempre a livello degli altri, per non farli sentire, data la professione, la carica, più basso, anzi… Era un amico sincero e leale che sapeva accostarsi al cuore di tutti e leggerci dentro, come tu hai fatto con lui.
Era però, come tu ben dici, anche un “pater”, quando serviva una guida prudente ed avveduta, chefacesse riflettere a lungo, che valutasse i pro e i contro senza impazienza, che aiutasse in base all’esperienza, dopo una chiara e serena analisi, a prendere una saggia decisione.
La sua autorevolezza è discesa dal suo “buon senso”, dalle sue oneste parole, dalla coerenza con i suoi principi , dai suoi toni pacati, dal suo saper ritrovare, riportare la pace, cercando la concordia.
La sua naturale umanità e il senso della giustizia lo hanno portato ad amare sinceramente gli altri, dai quali è stato considerato tal quale era. Non potevano sbagliare.
I suoi insegnamenti hanno lasciato un’eco che non si è spenta, segno di future speranze e di proposte costruttive che, se matureranno maggiormente, ora che le radici sono più salde, potranno forse dare frutti migliori in un mondo che assiste al decadere progressivo di ogni autentico valore umano.

Quando papà ha iniziato il suo “cammino” professionale e politico c’era già nel suo animo quella fede convinta, che poi diventerà fede pratica, C’era quella semplicità, che è capacità di accogliere gli altri, c’era ancora il coraggio di pensare liberamente, che i cristiani seppero utilizzare quando, nel dopoguerra, servivano forze nuove e nuove ragioni di speranza per ridare un volto ad un mondo ormai distrutto.
Papà pensava ch
e un politico vero deve molto riflettere, meditare per evitare errori, per dare, poi, anche spazio altro che è in noi.

Pierino Policicchio, maestroPierino Policicchio, amministratore

Era tanto abituato all’appuntamento in chiesa col Signore che tale incontro gli mancava materialmente, soprattutto nei primi tempi.
La “sua” politica (quella altrui era altrettanto valida, per lui, né si permetteva mai giudizi severi, anzi rimproverava noi quando ci ascoltava) era quella orientata dalla fede e, quindi, dai principi cristiani. Questo gli dava forza per dialogare, per mediare, per ammirare tutti, per essere amato da tutti.
Ora il testimone passa a chi ha maggiore intuito, pazienza, preparazione, esperienza (anche in altri settori), conoscenza dell’animo umano e volontà.
Fra questi bisognerebbe, poi, scegliere quelli che queste conoscenze ed ideali sapranno anche comunicarli, insegnarli (io aggiungo con un po’ di fantasia, originalità, cioè poesia, che ho visto, abbiamo visto trasparire da… alcune… parole. Non credi? Papà direbbe di si.)

Livia e Luciana Policicchio

Grazie per l’affettuoso “Pinuccio”.
La mia amicizia continua verso voi e le vostre famiglie con la stessa intensità che mi ha legato all’amico scomparso dal quale ho attinto, come a limpida fonte, insegnamenti di vita. Io uomo di destra, lui cattolico di sinistra uniti dall’onestà di intenti, capaci di dialogare con la libertà dettata dal buon senso e dalla comune matrice cristiana: purtroppo il “testimone” non sarà facilmente raccolto perché scomodo da portare.
Nel nostro orizzonte cittadino non vedo, e con me tutte le persone oneste non vedono, nessuno degno di farlo… E Amantea, proprio in questi difficili tempi ne avrebbe veramente bisogno.
Pino Del Pizzo

Alunni di Pierino Policicchio nel 1951

Ricordo di Pierino Policicchio

Maestro di vita

di Vittorio Aloe

Dopo Natuzzo Marinaro e Mimì Alecce, anche Pierino Policicchio lascia questo mondo terreno per iniziare lasua nuova avventura in un mondo ove l’ingiustizia non alberga e la gioia di viverePierino Policicchio nell’eternità è la giusta ricompensa per chi, come loro, hanno vissuto una vita terrena al servizio della gente e nel rispetto delle leggi e del ruolo che ciascuno di loro si è conquistato con sacrificio.    

Cosa di dire di Pierino Policicchio a testimonianza di una vita passata nel rispetto dei valori che hanno sempre contraddistinto il suo operare ed il suo vivere civile .

Tutto quello che dirò di Pierino, sarà senz’altro una ripetizione del comune sentire che da sempre circola nella nostra città, nel suo vasto circondario  e sulla bocca di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo nella vita .

Un coro costante e univoco di giudizi positivi che fanno di Pierino un esempio da imitare per l’impegno da lui profuso in tutte le manifestazioni della sua vita, come maestro, come politico, come marito e padre.

Consentitemi di leggere qualche nota tra le tante che Pierino, sin da giovanissimo, era solito scrivere sul suo  Registro di classe durante la sua vita di educatore e che moltissimi di Voi certamente non conoscono:

16.10.1951 – Inizio anno scolastico:

“Ultimo anno di scuola con i miei cari scolari che – da cinque anni – dividono con me gioie ed amarezze ! alla fine essi mi lasceranno per sempre. Ovunque essi vadano, sia che seguano un altro corso di studi, sia che intraprendono un lavoro, per poter continuare il loro cammino hanno bisogno di un raggio che li guidi e li sproni: il raggio di luce che la nostra scuola ha il compito di accendere negli animi loro.

Raggio inestinguibile, che ritrovino sempre vivo nel dubbio, nell’incertezza, nella difficoltà: guai se questo a poco a poco, oscillando, dovesse spegnersi. Essi brancolerebbero nel buio.   

Veramente nobile è il compito che la Provvidenza di Dio ha affidato a noi maestri: Siamo educatori! La Patria affida a noi maestri i suoi gioielli più inestimabili: I bambini. Siamo noi chiamati a rafforzare i loro corpi, ad ingentilire ed educare i loro animi.

Siamo noi chiamati ad essere guida ed esempio di questi bambini, si che un giorno non lontano – divenuti uomini – rispettosi dei diritti altrui e delle leggi, possano operare, nel posto da Dio loro assegnato, per la maggior gloria e fortuna della Patria e dell’Umanità intera.

Che il Signore mi guidi e mi illumini durante il lavoro di quest’anno scolastico!”

21.05.1952 – (vigilia fine anno)

L’anno scolastico volge ormai alla fine: fra giorni si raccoglierà il frutto di quanto si è seminato: voglia Iddio che la semente gettata nell’animo e nella mente degli alunni fruttifichi, come nella Parabola del Vangelo”.

20.06.1952 – Fine anno scolastico

L’anno scolastico è terminato. E’ veramente triste il momento dell’addio, della separazione con i piccoli amici con i quali si sono trascorsi alcuni anni insieme. Addio, miei cari alunni. Il Signore vi sostenga e vi illumini sempre ! Siate probi cittadini, onesti lavoratori, ottimi professionisti. Se sarete tali, la Patria guarderà con più fiducia all’avvenire che sarà luminoso”.

Così scriveva Pierino, giovane maestro che iniziava il suo cammino nel mondo del lavoro.

In questi scritti si può compendiare tutta la sua vita che, senza alcuna sbavatura, ha continuato ad essere vissuta, nel rispetto dei principi cui Egli si è ispirato e che si possono così sintetizzare:

– Fede – Amore per la Patria – Responsabilità – Impegno sociale

Pierino conosce il contenuto di questo mio breve ricordo, che opportunamente modificato, gli è stato letto durante una serata di incontro nel 2003 con i suoi alunni della 4 e 5 elementare, approvandolo.

Consentitemi, perciò altri brevi riferimenti di vita vissuta per tratteggiarne la sua figura e per evidenziarne le sue doti.

Come Maestro di scuola è stato il punto di riferimento per tutti i genitori che dovevano iscrivere i propri figli alla prima classe.

Senza nulla togliere ai maestri del tempo, anch’essi molto validi e responsabili, tutti tentavano di iscrivere il proprio figliolo nella classe ove insegnava il Maestro Pierino.

Educatore e maestro molto capace, sempre presente a scuola  era sempre disponibile a dare il necessario sostegno a quanti, non sufficientemente bravi, necessitavano di qualche ripetizione.

Con entusiasmo ed affetto amava ripetere ai quattro venti, incontrando i suoi alunni “è stato un mio alunno” .

Come politico, ha dimostrato alto senso civico nell’amministrare la cosa pubblica, impegnandosi con onestà e capacità, negli scarsi limiti imposti dai  mezzi finanziari disponibili, per risolvere i grossi problemi che in quel tempo affliggevano le popolazioni del Sud.

Ha sempre inteso la vita politica come impegno al servizio dei cittadini, non ha mai usato la politica per reconditi fini personali .

Anche qui non ha mai dimostrato arroganza, nonostante la forza elettorale che esprimeva; al contrario, ha sempre cercato di dare spazio alle opposizioni, senza mai mortificarle, ma cercando di fare tesoro dei loro suggerimenti  nella ricerca delle possibili soluzioni dei problemi della città .

Si è messo da parte quando il suo nome, in contrapposizione con altri del suo stesso partito o di altri partiti, poteva creare spaccature che potessero nuocere all’unità del partito ed alla formazione della coalizione, dimostrando serietà, disponibilità ed attaccamento ai colori di partito, ed accettando collocazioni minimali, nonostante l’ampio consenso che gli veniva accordato dagli elettori .

Come marito e come padre, conseguentemente, non poteva non esprimere il meglio delle sue qualità nella conduzione della propria famiglia alla quale, con attaccamento impegno e sacrificio, non ha fatto mai venire meno i suoi insegnamenti e la sua costante presenza, nonostante tutti gli impegni dei quali ho brevemente accennato .-

Impegni, che hanno fatto della vita del Maestro Pierino una vita intensa, vissuta nel rispetto delle regole e nel rispetto delle altrui posizioni, vita vissuta con la capacità di saper coniugare IL LAVORO LA FAMIGLIA LA POLITICA L’IMPEGNO SOCIALE.

Senz’altro questo mio breve ritratto, fatto per grandi linee, non rende completamente merito alla figura di Pierino Policicchio il quale, tra i tanti pregi, ha avuto anche la capacità di capire ed affrontare con serenità e come dono di Dio la sofferenza, nei momenti difficili della sua esistenza, che pure ci sono stati .

Il sorriso, che non costa nulla, e che sempre si incontrava sul viso di Pierino, è la chiara e lampante testimonianza di chi ha vissuto la propria esistenza nella convinzione di avere sempre operato per l’altrui bene e di avere fatto tutto ciò che era possibile fare, nel rispetto delle leggi, per la crescita del proprio Paese.

Che Iddio lo abbia con se, e da Lassù Pierino possa illuminare i giovani, nei quali poneva tanta fiducia, al rispetto di quei principi che hanno fatto di lui un punto di riferimento da imitare.

Pierino Policicchio con alcuni dei suoi vecchi alunni

 

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