Carlo Venerio

Carlo Venerio
Il 5 luglio 1966 iniziò la sua attività di gommista di Amantea
Carruzzu Venerio

Il mondo dei motori e delle auto ha sempre affascinato “Carruzzu” sin da bambino quando cominciò ad andare “allu mastru” nell’officina del burbero Nicola Caruso, per poi continuare ad apprendere il mestiere sotto la guida di mastro Franchino Martire e iniziare a guadagnare qualche lira facendo il manovratore di un carrello ferroviario che trasportava la massicciata per lavori sui binari della ferrovia.

A 16 anni, non volendo lavorare come dipendente, cominciò a liberare il suo spirito imprenditoriale e, anche in seguito ai suggerimenti e alle incitazioni della mamma, aprì una piccola bottega in corso Vittorio Emanuele per riparare le biciclette e noleggiarle con una tariffa di 10 lire l’ora.

Il lavoro non mancava, il noleggio cominciava a decollare specie nella bella stagione, ma il guadagno era poco…e dal Venezuela arrivavano notizie di concittadini che stavano facendo fortuna in quella lontana terra oltreoceano.

Al contrario dei suoi coetanei, seguendo gli impulsi del suo spirito, ancora giovanissimo decise di lasciare Amantea e di emigrare per raggiungere quella che gli sembrava la “sua terra promessa”.

In fondo a Caracas non sarebbe stato solo. Oltre ai numerosi Amanteani, avrebbe trovato un punto di appoggio alla casa di un suo zio che lo accolse con entusiasmo, a braccia aperte.

Il lavoro c’era e lui non disdegnava qualsiasi occupazione, specie se legata al mondo dei motori.

Così, dopo aver fatto per qualche mese il parcheggiatore, non avendo ancora la patente per guidare le auto, con un sidecar si dedicò alla distribuzione del pane prodotto da un forno di proprietà di Italiani.

Il mezzo era molto piccolo: la distribuzione della merce lo impegnava in continui ritorni al forno per poter effettuare le varie consegne e, allora, decise di comprare un furgone, più capiente che gli consentisse di fare, in pochi viaggi, tutta la distribuzione.

Una delle tappe quotidiane era al ristorante di Rocco Pati.¹

Qui, settimanalmente, trovava ad attenderlo una pattuglia della Polizia Stradale che gli contestava la multa per guida senza patente, contravvenzione che veniva, immancabilmente, “conciliata” in cambio di merce o di qualche centinaio di Bolivar.

Fra gli agenti, la notizia si era sparsa, così, ogni volta, Carruzzu trovava una nuova pattuglia con la quale tacitamente avveniva l’abituale transazione: i gendarmi chiudevano tutte e due gli occhi… e contemporaneamente riempivano le loro bisacce e aumentavano il contenuto dei loro portafogli.

Carlo Venerio con il suo primo camionDopo un paio di anni, essendo riuscito a mettere da parte un discreto gruzzoletto, ed avendo finalmente conseguito la patente di guida,  acquistò un camion col quale trasportava dei blocchi di cemento da Caracas a Punto Fijo: più 1.000 km, tra andata e ritorno, percorsi su strade sterrate e impervie, che ripeteva almeno due volte la settimana.

Erano gli anni del boom economico della nazione sud-americana che si avviava ad essere trasformata in una delle più moderne nazioni dell’America Latina.

Ma con la caduta del presidente Marcos Pérez Jiménez e i successivi disordini, le cose incominciarono a cambiare rapidamente e, come migliaia di altri immigrati, anche Carlo Venerio decise di ritornare in patria e di cercare un nuovo lavoro.

Trasferitosi a Torino, per 6 anni, insieme ad un suo cognato, si occupò di trasporti di autovetture con una bisarca di una ditta locale, poi nel 1966 ritornò definitivamente ad Amantea per aprire un’officina di gommista che fu la prima e più attrezzata di tutta la fascia tirrenica.

Fu il primo a dotarsi delle attrezzature necessarie per la riparazione, l’equilibratura e l’assetto delle gomme, operazioni  che, fino ad allora, erano state fatte con molta fatica, tanta approssimazione e l’utilizzo di mezzi di fortuna.Venerio Gomme

Ben presto la ditta “Venerio” divenne un punto di riferimento per la raccolta  e la ricostruzione di pneumatici, nonché concessionaria delle migliori marche di copertoni.

Il suo lavoro, comunque, non gli impedì di applicarsi anche alla sua passione preferita perciò trovò sempre uno spazio da dedicare alla meccanica per riparare e restaurare macchine d’epoca che poi, valorizzate dalla sua paziente opera, rivendeva ad appassionati o ad amatori.

La sua attività commerciale, iniziata il 5 luglio 1966, attualmente viene continuata dal figlio Pasquale che dal padre, oltre la pazienza nell’applicazione, ha ereditato la serietà commerciale e migliorata la professionalità.

Venerio Carlo & Pasquale

Venerio GommeVenerio 3 generazioni

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Nota:
1 – Rocco Pati, tornato in Italia aprì il ristorante “La Spagnola” in via Dogana.

2 Commenti

  1. Alfredo Buffone

    Complimenti per l’articolo.

    Rispondi
  2. Vittorio Aloe

    L’articolo mette in evidenza il Carruzzu imprenditore che con molti sacrifici è riuscito a dare sicurezza alla propria famiglia.
    A me, piace aggiungere qualche nota su Carruzzo uomo rispettoso delle regole che ha saputo dare ai propri figli l’esempio per una crescita equilibrata e rispettosa.

    Rispondi

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