Amantea anni ’50

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Come una favola…

Amantea anni ‘50

Scorcio panoramico inizio anni '50

Scorcio panoramico inizio anni ’50

Case immerse nel profumo delle zagare e nel verde giardino mediterraneo, disteso sotto le arcigne mura della rocca e del centro storico che rimanda, da mille vetrate, gli ultimi raggi di ogni tramonto di fuoco.

Le vie silenziose ascoltano i racconti dei vecchi seduti sugli usci mentre, in ogni angolo, i bimbi tessono sogni giocando all’ammucciatella, con la bambola, allu sdruommulu o correndo dietro una palla di pezza, pronti a scomparire , quasi per incanto, all’apparire delle burbere figure dei vigili urbani.

Strade sterrate, sistemate alla meglio dai cantieri scuola, nati per lenire la disoccupazione, percorse da lente coppie di buoi, dai carri di Ciccu ‘u ‘mpacchiu e Pietro Pizzino che assicurano i trasporti nei paesi più vicini, dalla “Carovana” che assicura lo scarico e la distribuzione delle merci dalla stazione ai luoghi di destinazione nel territorio comunale, un carrettino trainato da un asinello il servizio postale.

Gesù Cristu d'a Chiazza

Gesù Cristu d’a Chiazza

E’ sempre più raro ammirare lo spettacolo della carrozza del Marchese De Luca trainata dai magnifici cavalli Cocò, Faccibella e Baggiana con  Peppino Mazza imponente cocchiere in divisa seduto a cassetta.

Poi arriveranno le prime automobili e Peppino si trasformerà nella mitica figura di “Gesù Cristu d’a Chiazza”

Ogni mattina le barche ritornano a riva con la loro argentea preda che guizza nelle luci dell’alba prima di essere trasferita nelle “spaselle” o  nei cesti che – a dorso di mulo – raggiungeranno Lago, Aiello e gli altri comuni dell’interno.

Il mercato si tiene ancora in Piazza, ma già qualcuno si è spostato alla Taverna.

Il campo di calcio alla marina ha una tribunetta in legno, la squadra un allenatore ungherese e tanti talenti locali che la spingono in alto

Nicodemo, un omino in divisa bianca, avanza per la strada strascicando lentamente i passi, fermandosi ad ogni uscio e a ogni finestra annunciando le feste col canto roco e chioccio di incomprensibili novene, forse da lui stesso inventate.

La seconda guerra mondiale è alle spalle, anche  se  in Corea un nuovo conflitto mette a repentaglio la pace nel mondo.

Qui le ferite del bombardamento del 1943 ancora non sono rimarginate!

In Italia sta iniziando il miracolo economico, ma qui pare non debba mai arrivare …

Anzi da noi si continua a partire per “la Venezuela” o per l’America, con la valigia piena di pochi stracci e gonfia di ricordi.

Alla stazione l’ultimo saluto, lo sventolio di mille fazzoletti che sembrano fiori sbocciati dai cuori di chi resta e che si mescoleranno ai colori dei ricordi di chi se ne và.

 Fiori che scompaiono  col fischio del treno, inghiottito dalla prima curva sul Catocastro, solo un po’ prima che il Camolo nasconda per sempre le ultime case.

Partenza di Adamo Furgiuele

Partenza di Adamo Furgiuele

Anche l’Isca pian piano scompare  salutata dallo stridio d’un gabbiano…

E inizia il viaggio della speranza…

Pieno di tristezza e di malinconia…

Continuano a fiorire gli oleandri ed i glicini.

Il ghiaccio non arriva più a stecche, ma lo forniscono i primi rumorosissimi frigoriferi e le radio a valvole riempiono l’aria con la loro musica.

Dal Salone delle feste del Casinò di Sanremo, vengono irradiate le prime edizioni dell’omonimo Festival: presenta Nunzio Filogamo, dirige l’orchestra il maestro Cinico Angelini e Nilla Pizzi trionfa nelle prime edizioni con  ” Grazie dei Fior”, “Vola colomba” e “Papaveri e papere”, poi sarà la volta di Caludio Villa e di Luciano Tajoli, Di Flo’s Andons e Natalino Otto, del Quartetto Cetra.

Ad Amantea, le scuole medie si trasferiscono a San Bernardino.

Nei libri di scuola, foglie messe ad appassire fanno da segnalibro in testi acquistati da Rocco Segreti e foderati con la carta della pasta “Filippone”.

Studenti pendolari partono per Paola o Fuscaldo

Studenti pendolari partono per Paola o Fuscaldo

I ragazzi ed i giovani che hanno il pallino (o le lire) per continuare a studiare nelle scuole superiori, svanito il sogno di avere la ragioneria ad Amantea, continuano a fare i pendolari per Paola e per Fuscaldo, o vanno “in pensione” a Cosenza e  Vibo.

Tutti gli altri cercano di imparare un mestiere.

I ragazzi “vannu allu mastru” nelle numerose botteghe artigiane,  le ragazze “alla mastra” per imparare il taglio e il cucito o passano il pomeriggio nel salone della parrocchia dei Cappuccini dove le “delegate” Gilda e Minichella tengono corsi gratuiti di ricamo e di lavori con l’uncinetto. A Cosenza si arriva attraverso Potame con i decrepiti “postali” della ditta Santelli o con la sferragliante littorina che arranca sulla cremagliera per scalare la Crocetta.

Ancora c’è chi fa il bucato nella cibbia perché, anche se l’acqua è ormai in tutte le case, spesso manca… specie d’estate.

Ci dissetiamo con quella tenuta in fresco nelle “vummulelle” e con le gassose di Enrico Morelli prima e di Totonno Vairo,poi.

La bagnarola è stata sostituita dalla vasca da bagno o dalla doccia, ma chi non ha questa comodità può fare le sue abluzioni presso una moderna struttura appositamente allestita da mastro Ettore Carino: il Diurno.

La fiera degli animali si tiene alla marina, quella delle merci che occupa a stento Via Vittorio Emanuele, è l’occasione per rinnovare il guardaroba, per giocare alla “carichella” e alle bambole.

A farla da padroni sono, anche allora, i “mastazzoli” e le piante d’appartamento.

Al “Dopolavoro” si gioca a carte o a biliardo sotto il vigile consiglio di Totonno ‘i Minichella” al quale è severamente proibito di chiedere un caffè corretto, ma, se sei tifoso dell’Inter, si può avere tutta l’assistenza per far 12 alla Sisal.

Da Giovannino Campaiola, più che i tabacchi o il giornale, si apprezza un buon bicchiere di vino da sorseggiare fra una canzone e l’altra e poi pagare ricorrendo alla “libretta”,  così come generalmente i più fanno la spesa da Colavolpe, da Socievole, da Mazzuca o Gambardella.

Davanti il tabacchino di Giovannino Campaiola

Davanti il tabacchino di Giovannino Campaiola

E se ci sono promozioni, occasioni o annunci, la voce stentorea di Venturino si diffonde per le strade e le piazze con i suoi “bandi”.

La “passatella” regna nei numerosi “templi di Bacco” e al bar di Gigino Curcio ai Cappuccini.

Molte amicizie rischiano di finire dopo una serata in cui si resta “all’urmo”.

Un comizio dell' avv. Settimio Perna, il "Sindaco del Pane"

Un comizio dell’ avv. Settimio Perna, il “Sindaco del Pane”

Ci sono le sezioni dei partiti e la politica appassiona un po’ tutti.

Comizi, giornali parlati, le note di “bianco fiore “ e di “bandiera rossa” riempiono piazza commercio e un poco tutte le piazze d’italia.

Per le Amministrative si vota ancora per il “sindaco del pane” o per “l’ombrello”, ma all’orizzonte già si intravedono Natuzzo Marinaro,  Pierino Policicchio, Mimì Alecce, e Fonzino Politano.

Il tre gennaio 1954 la RAI mette in onda il primo breve programma televisivo, ma ci vorranno quasi due anni perché il segnale sia ricevibile  in gran parte del territorio nazionale.

Dagli schermi pieni di nevischio ci arrivano tutti i giorni le immagini in diretta dal mondo: il giovedì quelle di Mike Buongiorno con il “ Rischiatutto” e il sabato quelle di Mario Riva con “Il Musichiere”.  La “Domenica sportiva” muove i primi passi, senza moviole, dibattiti, processi e belle donne e il “Carosello” è il segnale della buonanotte per i più piccini.

Il problema dei parcheggi non esiste per le auto, ma per le cavalcature (asini e muli) che legati negli appositi spazi riempiono l’aria di ragli e il terreno di escrementi prontamente raccolti e riciclati  come concime.

La domenica mattina tutti in chiesa: i maschi da una parte e le femminucce dall’altra  a sbirciarsi di nascosto nel profumo di fiori e d’incenso nel quale aleggia, mistico e arcano, il rituale in latino.Con le ragazze locali gli amori sono per lo più platonici, fatti di sguardi e di infuocati bigliettini che amiche fidate recapitano appena possibile.

Il pomeriggio tutti al cinema Impero o al Cinema Bruni.

Costo del biglietto solo 30 lire e, spesso, si può assistere a due film.

Per i giovani c’è  il calcio balilla, il flipper, il cinema all’aperto e la rotonda dove si può tentare qualche approccio con l’altro sesso (quasi sempre forestiero) con il complice aiuto del ballo del mattone. 

La Rotonda interamente costruita in legno

La Rotonda interamente costruita in legno

Alla  “Rotonda”, comunque, è obbligatorio “consumare”. 

La maggior parte consuma le sedie e i tavoli.  I più denarosi una gassosa con quattro cannucce.

La sigaretta è usata come un calumet indiano: passa di bocca in bocca e di mano in mano, finché é necessario tenerla con uno spillo.

In giro si cominciano a vedere degli strani ragazzi con  stravaganti calzoni blu, giubbotto di pelle e ciuffo ribelle sulla fronte.

 I più fortunati hanno la Vespa e quando sfrecciano per le strade, la ragazza dietro se ne sta seduta di fianco, con le gambe strette e il foulard in testa sfidando nelle curve tutte le leggi di gravità.

Quando non c’è un juke-box, c’è qualcuno con la chitarra che suona strana musica: gli altri intorno ascoltano senza riuscire a restare fermi.

Sono pezzi di Elvis, Chuck Berry e Bill Haley e la sua Rock Around The Clock.

Anche da noi è stato scoperto il Rock and Roll.

L’Arena Pozzo,cinema all’aperto dal lunedì al venerdì, sabato si trasforma in locale notturno alla moda richiamando nella nostra città vacanzieri di tutta la regione per una serata indimenticabile sulle note dell’orchestra Monizza.

La FIAT tra il 1955 e il 1957, realizza il sogno per centinaia di migliaia di Italiani: arrivano le macchine più amate da intere generazioni . La 600 e la 500.

Il telefono pubblico è in piazza, così come la posta centrale, mentre l’ufficio postale del quartiere “taverna” è sistemato alla meglio in un magazzino di palazzo Gargano all’inizio della salita di via Nazionale.

I bambini si divertono ancora con pochi giochi autarchici in cui la creatività e la fantasia hanno libero sfogo, almeno fino a quando per il quartiere non passa un vigile urbano: Pietro Furgiuele, Luigi Campora, Mario Francescano, Aldo Caruso o Alfredo Scalise, più noto col suo nome di battaglia: “Baffo di ferro”.

La Befana del Vigile in Piazza Commercio

La Befana del Vigile in Piazza Commercio

Nel 1956 i tragici fatti legati alla rivoluzione in Ungheria fanno scendere in piazza moltitudini di studenti che vorrebbero recarsi in quella nazione per schierarsi al fianco dei magiari.

 Il 4 ottobre 1957 viene lanciato in orbita lo Sputnik, il 3 novembre dello stesso anno il primo essere vivente entra in orbita attorno alla terra.

L’umanità è commossa per Laika, la cagnetta russa che viene immolata sul cammino della scienza.

Nel 1958 nasce la prima Barbie, bambola la cui fortuna dura a distanza di 50 anni e viene promulgata la legge Merlin che chiude le “case chiuse”.

A distanza di 50 anni invece di 358 casini autorizzati, tutta Italia sembra un casino.

 Stiamo per varcare il decennio, fra poco inizieranno gli anni sessanta, all’insegna della nostra moneta, la Lira, che riceve dal Financial Times l’oscar come moneta stabile…

La Benzina Super costa 110 lire e un pacchetto di nazionali 160.

Ha inizio una trasformazione epocale, una corsa inarrestabile verso la tecnologia più avanzata che permette un miglioramento della qualità della vita, ma che comincia a erodere dalle fondamenta gli aspetti più umani e poetici che per secoli hanno caratterizzato la gente di Amantea. 

Pino Del Pizzo

Panorama anni '50

Panorama anni ’50

4 Commenti

  1. rocco veltri

    Un ringraziamento a PIno Del Pizzo per il suo contributo riquardante Amantea negli anni 50 molti significative l, illustrazione di questo delicato argomento. Io che ho lasciato Amantea ngli anni 50 ricordo benissimo le condizioni da mantiella a terza la chiamavono la perla del tirreno con le sue casette ma ognuno aveva un bel iardino ove il profumo dell\arange ,ioni ,i mandarini e anche qualche limoncella mandavono un profumo indescrivibile a tutto il paesaggio ora il cemento ha pgliato il sopravento e l\aria e\ infettata di fumi che portano tante brutte malattie .La vogliamio salvare questo particolare posto della calabria allora uniti cominciamo a fare il meglio per lsalva guardia di questo angolo di paradiso. Voi politici fate qualcosa di bello a questa cittadina se veramente l\amate e noi faemo il resto saluti da uno che veramente ama la sua terra Rocco Veltri Per favore un commento

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  2. pino del pizzo

    Grazie, ma se fossimo in tanti a tentare di farlo, sarebbe certamente molto meglio, più completo e con maggiori contenuti.

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  3. ROBERTO MARIO MARANO

    Ciao Pino,io scrivo d”Agentina, sono nato qui e le mie genitori sono nato in Amantea anche i Nonni.
    Primo di tutto scuzi per il mio italiano,senza base scolastica…
    Doppo di certa etá o capito di conoscere le mie radice e o fatto un giretto in Italia,ancora con il mio padre….
    Da quel tempo ad oggi ,ogni tanto se lo posso fare vado in giro a trovare alle mie cuggini,zie,e ai Nonni al Cimitero.
    O potutto vedere il tuo lavoro di racolta storica ,e mi o trovato con tante cose che mamma e papa mi hanno racontato.Ringrazio il bell lavoro.
    Io sempre cerco di leggere qualque notizia d”Amantea.
    Grazie e si arrivo ,potimao parlare en prendere un bell café.
    Abraccio
    Roberto

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  4. Francesco Veltri

    Complimenti per l’impegno costante e puntuale profuso alla valorizzazione del territorio, la sua storia, cultura e tradizioni di Amantea.

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